giovedì 20 dicembre 2012

Lucy: E' Natale è Natale si può fare di più

Onestamente credo che non si possa fare di più..
A casa mia.
24 dicembre, interno sera.
Una tavola scicchetta,
i commensali si presentano all'appello disposti così:
Mio padre mezzo alcolizzato che biascica tutta la sera condividendo ricordi che quasi sempre virano alla disperazione. Argomento preferito "la morte dei miei cani. since 1974". Un elenco di cimurri, pastori tedeschi con lo stomaco capovolto, e la dipartita di Zara, terza figlia pelosa dei miei genitori, di cui lui ancora non riesce ad affrontare il trauma. Momenti di intensa emozione nel tratto del racconto "e poi in macchina la vedevo dallo specchietto e il vento le mise il lenzuolo sulla faccia". Applausi e commozione.
Mia sorella agognante e malata, con le coliche perenni e dei sintomi che avrebbero portato chiunque alla morte. Non lei. Da anni. Passa la serata tra la sedia e la tavoletta del cesso raccontandoci ogni più vivido particolare dell'esperienza. Se penso a lei mi immagino l'incarnazione di quelle mamme da libro cuore, sdraiate nel letto in penombra, sempre malate di cose estinte come la tisi, coi figlioli al capezzale.
I miei due nipotini, Anti & Cristo. Belli come angeli e devastanti come una palettata di calce viva nella retina.
Campioni di tiro oggetti e capriccio perpetuo. Con paracolpi e dentiera diventano affrontabili.
Mio cognato, un mix perfetto di schizofrenia. Allergico mortalmente alla felicità si diletta nel lanciare fendenti amari alla povera Ipocondria rendendo il clima di casa sempre molto accattivante.
Il Cicap di Piero Angela ancora indaga sul perchè questi due fenomeni si ostinino a vivere sotto lo stesso tetto.
Mia madre, alieno lontano che prepara cosine bellissime e spesso non commestibili, famosa la cena di Natale dove preparò prestigiosissime bottiglie di vetro con acqua e glitter dorati. Qualcuno bevve. Bestemmie a pioggia sul bambino Gesù.
I miei figli, uno con una fratta de lattuga in testa e il viso di chi ha appena dato una piedata allo sgabello che aveva sotto i piedi e l'altra, bellissima e col cervello di una gallina (come sostiene in momenti di autocoscienza).
Poi ci sono io.
Che fino a due anni fa già da fine Ottobre entravo in uno stato catatonico di follia Natalizia, felice come una imbecille e la sveglia con Jingle Bells.
La legge del contrappasso mi ha regalato una insofferenza sublime al rosso, ai fiocchetti e al vischio.
Le renne per ora, ancora mi piacciono parecchio.

La cena dell'anno scorso portò scompiglio mentre io piangevo l'assenza di FacciadiMerda fingendo di essermi infilata della neve di polistirolo nell'occhio e dissi una frase che mi costò il rodimento di culo di tutti gli altri: Che bella serata di merda.

La sincerità evidentemente non è per questo pianeta.

E' chiaro che quest'anno, spero di vivere il santo Natale con la velocità in cui quel bastardo di Beep Beep corre tra i canyon senza sfracellarsi mai manco una rotula, mi rifiuto di fare regali a chicchessia e berrò talmente tanto che mio padre in confronto sembrerà sobrio come mia sorella senza coliche e psicofarmaci.

Happy Christmas!

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